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Essere infermieri nel Reparto dei cuori speciali
Il racconto di Gabriele e Rosanna, infermieri nel Reparto di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica e dell’Etร Evolutiva dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola dove siamo associazione di riferimento, in occasione della Giornata Mondiale degli Infermieri
- Indice
A ciascuno il suo infermiere
Il Reparto di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica e dellโEtร Evolutiva del Policlinico di Sant’Orsola IRCCS a Bologna si trova presso il Padiglione 23. Qui sono accolte e curate le persone con cardiopatia congenita, in particolare bambini: il reparto conta 35 infermieri, 23 posti letto, di cui 17 di degenza ordinaria, 6 semi intensiva ed un 1 box dedicato al post trapianto. Quando un paziente, piccolo o grande che sia, viene accolto in reparto, ha per lui un infermiere โdedicatoโ, che si prende cura di lui lungo tutto il ricovero. Il tipo di assistenza che viene offerta รจ personalizzata per soddisfare i bisogni dei pazienti adulti e piccoli insieme ai loro genitori. Professionalitร , empatia, umanitร : le respiri forte in questo Reparto, anche quando parli con Gabriele che ha iniziato come infermiere nel 2004, aveva 21 anni. Gabriele รจ timido e di poche parole, quelle giuste che ti fanno comprendere il valore del suo lavoro, a contatto con le persone con cardiopatia congenita.
Gabriele e la scelta di sentirsi utile
โNon mi รจ mai piaciuto studiare ma quando feci uno stage in azienda dopo il diploma tecnico capii che non era la mia strada, avevo bisogno di fare qualcosa di utile, che mi appassionasse. Cosรฌ mi sono iscritto alla scuola per infermieri. Sono arrivato qui un poโ per caso qui, il tirocinio in pediatria mi era piaciuto molto e avevo indicato come preferenza, nella domanda, la pediatria. Cosรฌ ho incontrato Maria Cristina, la caposala di allora: avevo solo 21 anni, lei e gli altri infermieri mi hanno accolto e mi hanno insegnato tutto. Ora sono io uno dei vecchi del reparto. Il mio รจ un lavoro pieno e gratificante, arrivi a sera e non ti sei accorto tel tempo che passa, ma soprattutto ti porti a casa la sensazione di aver fatto cose importanti. Credo che il nostro mestiere sia fondamentale per il sistema sanitario, certo, sono i medici che salvano le vite, ma noi infermieri siamo a contatto con il paziente e ci dobbiamo accorgere di quando sta male, prima che questo accada. Soprattutto qui dentro, dove lavoriamo per lo piรน con i bambiniโ.
La cura del paziente pediatrico
โQuando abbiamo a che fare con un neonato parliamo di gesti di protezione e di accudimento, di contenimento. Ogni nostro gesto o azione, anche una misurazione della pressione e dei parametri vitali, deve essere fatta secondo contenimento e protezione: un neonato che si sente sballottato si spaventa o si agita. Con il bambino piรน grande si cerca di entrare in relazione e in contatto attraverso il suo linguaggio, per entrare nel sui mondo e spiegargli quello che andremo a fare, coinvolgendo sempre i genitori. Sono molto utili in questo senso i libretti dellโassociazione, che vengono spiegati dalle psicologhe dellโassociazione con cui collaboriamo a stretto contatto. Eโ molto importante sapere, e vedere, che a fianco del tuo lavoro cโรจ quello dei Piccoli Grandi Cuori: lโintervento di psicologhe e assistenti sociali ci alleggerisce tantissimo, e senza di loro i genitori che arrivano da lontano, ad esempio, non saprebbero davvero come fare. Parte del loro lavoro forse non lo vediamo sempre, ma comunque รจ preziosissimo. Partecipo sempre alle festa annuale dellโassociazione, รจ bello rivedere i pazienti che sono cresciuti e che sono diventati GUCH. Questo dร ancora piรน senso al tuo lavoroโ.
Come cambia la relazione con il genitore, a seconda dellโetร del bambino?
โIl genitore del neonato si affida del tutto. Quando il paziente รจ piรน grande o diventa adolescente, รจ il genitore che lo conosce meglio e siamo noi a fare riferimento a loro. Lโetร piรน complessa, per questi pazienti, รจ tra gli 8 e i 14 anni, i genitori in questo ci aiutano, sono nostri alleati. Dopo lโintervento dobbiamo mostrare loro tutti i presidi che i loro figli hanno addosso quando sono in semintensiva: a che cosa servono, quando saranno tolti. Li accompagniamo verso la normalitร , per quando si potrร andare in reparto. Li coinvolgiamo in tutto, anche nelle piccole azioni, il bagnetto adย esempio che facciamo di sera perchรจ รจ un momento tranquillo in cui non ci sono dottori ed esami da fare: รจ importante per lโigiene del bambino, per controllare che non ci siano segnali di stress sul suo corpo, per entrare in relazione con lui e il genitore. E’ molto complicato a volte scindere la sfera professionale da quella emotiva, staccarsi da certe situazioni, non ti abitui mai al fatto che un bambino possa stare male. A volte accadono situazioni molto dolorose, perdite, e perfino quando questo accade ci sono genitori che tornano per dirti โgrazieโ.
Un attimo di commozione, per Gabriele, che conclude: โQui dentro ci si sente parte di unโequipe, anche nei momenti complessi: lโumanitร si tocca, sempreโ.
Rosanna e la passione per la pediatria
Rosanna viene da Fermo, ma da 30 anni vive a Bologna, dove ha conosciuto suo marito che รจ anche lui infermiere, in emodinamica e ora รจ coordinatore della sala pediatrica.
โEro lโultima di cinque figli: a 16 anni ho scelto di diventare infermiera, รจ stata una passione, spinta anche da mio fratello, e il primo tirocinio che feci fu in pediatria. Lavoro in questo Reparto dal dicembre del 2015: venivo da unโesperienza di 12 anni in TIC, la terapia intensiva coronarica, e da altri 10 in rianimazione. Quando sono venuta qui ho tirato fuori il mio sogno dal cassetto: ho sempre desiderato lavorare con i bambini, e il cuore era un โambitoโ che in qualche modo conoscevo giร . Lavorare con un bambino cardiopatico congenito ha un altissimo coinvolgimento, professionale ed emotivo: non cโรจ solo lui, cโรจ anche la sua famiglia, il contesto. Questo bambino poi cresce e diventa ragazzo, poi adulto: questo aspetto mi spaventava, allโinizio, ma poi ho superato le paure da mamma e mi sono lanciata in questa bellissima avventura”.
La bellezza del prendersi cura
โPrendersi cura รจ la parte piรน bella a preziosa del mio lavoro. Nel momento piรน emblematico della vita, quando un bambino viene al mondo, devi sostenere quella mamma e sei stata mamma anche tu. Per questi genitori e per questi bambini ci saranno momenti critici, di sofferenza, di dolore, tanti piccoli gradini da salire in questa scala della vita. Questi sono bambini speciali: lโenergia che ti dร un neonato, un bambino, in questo momento cosi delicato e doloroso, รจ incredibile. Un momento prima piangono, e lโattimo dopo ti regalano un sorriso, sono forti e al tempo stesso fragili. Mi dedico con tutta a me stessa a questo lavoro perchรฉ dal punto di vista umano, oltre che professionale, รจ arricchente. Certo, ci sono momenti di urgenza devastanti, perchรฉ nel pediatrico le urgenze sono piรน rapide rispetto agli adulti e bisogna saperle riconoscere e gestire. In questi momenti critici, che sono momenti molto forti, dentro di me sento una calma interiore che mi aiuta ad affrontare la situazione e ad avere sempre un occhio di riguardo, ad esempio, per la mamma che in quel momento viene allontanata per via dellโurgenza. Questo mi aiuta tantissimo, e mi stupisce anche a volte, ma credo sia dettato da anni di lavoro e di esperienza, anche dal fatto di credere molto in quello che faiโ.
Dalla TIC alla cardiologia pediatrica
โHo scelto di passare alla cardiologia pediatrica, dopo la TIC e la rianimazione, perchรฉ mi ero resa conto di aver perso sensibilitร : in quegli ambienti il paziente รจ sedato e con lui non cโรจ rapporto umano, hai solo un corpo da gestire. Eโ un lavoro di grande responsabilitร , ma molto tecnico.
In questo reparto non si finisce mai di imparare: ogni paziente ha una sua storia, clinica e personale. A seconda della fascia di etร che ha il paziente, devi trovare il punto di contatto, il canale di comunicazione con lui e con il genitore. Ci sono ragazzi adulti cardiopatici con miocarditi e pericarditi che arrivano improvvisamente, e per loro cโรจ un importante aspetto psicologico perchรฉ crescono tra limitazioni e divieti, a volte; scompensi cardiaci che sono messi sotto screening per il trapianto di cuore; ci sono i neonati, che adoro cullare in braccio, รจ bellissimo tenergli le manine e avere il tuo pollice stretto allโinterno. Quando li tocchi e li contieni, ad esempio con il telino incrociato, loro si calmano, si sentono protetti.
E poi ci sono i genitori: anche con loro devi avere empatia, percepire la loro insicurezza, ansia e preoccupazione. Il tuo lavoro non รจ solo somministrare una terapia e curare, ma anche dare supporto. E in questo ci affianca e ci sostiene lโassociazione Piccoli Grandi Cuori, che fa qualcosa di spettacolare: da sempre sono sostenitrice del 5×1000 e partecipo alle loro feste. Molte delle famiglie e dei nostri pazienti vengono da fuori cittร e da fuori Regione: lโassociazione li accoglie e li aiuta, e se che per le difficoltร che possono avere i genitori, ci sono loro ad aiutarli. Lโassociazione circonda il paziente, la sua famiglia, e anche noi, con un grande abbraccio che ti fa sentire protetto e al sicuro. Lo apprezzo tantissimo, un grande servizio, un grande valore aggiunto. Poi ci ha dipinto e colorato tutti gli spazi dellโโOspedale, ed รจ bellissimo, dร quel tocco soft e delicatoโ.
La vita dell’infermiere tra sacrifici, responsabilitร e tanta gioia
โSe avessi di fronte un giovane, o una giovane che si apprestano a diventare infermieri direi loro che non รจ sufficiente essere un mero esecutore. Per fare lโinfermiere devi avere coraggio e passione, devi saper leggere bene perchรฉ lโerrore umano e lโerrore farmacologico sono sempre e costantemente dietro lโangolo. Basta un errore e ti giochi tutto. E poi di restare sempre aggiornati, di continuare a fare formazione e a studiare. La vita dellโinfermiere รจ una vita fatta anche di tanti sacrifici, di responsabilitร , non esistono festivi. La missione dellโinfermiere รจ quella di assistere una persona anche dal punto di vista umano, il tempo non esiste quando vedi una mamma che piange, o ti chiamano per unโurgenza. Con il bambino in particolare serve tempo: richiede del tempo che devi dedicare a luiโ.