Illuminiamo la Giornata Mondiale della Salute con un post del Dr. Gabriele Bronzetti.

Illuminiamo la Giornata Mondiale della Salute con un post del Dr. Gabriele Bronzetti.

Illuminiamo la Giornata Mondiale della Salute con un post del Dr. Gabriele Bronzetti.

ILLUMINIAMO LA GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE CON UN POST DEL DR. GABRIELE BRONZETTI.
Una riflessione del 'nostro' Dr. Gabriele Bronzetti dalla sua rubrica 'Il Bugiardino' che regolarmente tiene sul Corriere di Bologna e che ben si adatta oggi per la celebrazione della 'Giornata mondiale della salute'. Quest’anno il 7 aprile, che è anche il "compleanno" dell'Organizzazione mondiale della salute, al centro delle preoccupazioni dell'agenzia speciale dell'Onu c’è uno dei big killer contemporanei: il diabete. Oggi, alla luce delle nuove disposizioni di legge europee in merito a turni di lavoro-riposo-carichi di lavoro di medici e infermieri, la domanda urgente, in attesa di una migliore risposta, verte su quali strategie e metodi attuare rispetto alla crescente domanda di salute VS le risorse disponibili in campo.

Gabriele Bronzetti
Per chi brilla la lanterna (Corriere 29 marzo 2016)

Potrebbe essere il giorno giusto per fare un salto in paradiso e chiedere a Florence Nightingale cosa pensa della querelle tra Regione e Ordine dei Medici, delle ambulanze con o senza medici e di color che son sospesi. Proprio l’infermiera moderna ante litteram soprannominata “la signora con la lanterna” potrebbe dirci qualcosa di illuminante, lei che si guadagnò l’appellativo durante la guerra di Crimea quando di notte, mentre i medici erano via, assisteva i malati alla luce di una piccola lampada e di una grande fede. Lei che passò alla storia per aver portato nel mondo paramedico la statistica e il metodo scientifico e per aver contribuito all’organizzazione degli ospedali da campo. Oggi ci ritroviamo in uno scenario bellico segnato dal conflitto tra finitezza delle risorse e crescente domanda di salute, con infermieri dagli occhi sgranati che affiancano i medici nella notte blu delle ambulanze. Anche il lessico si è adeguato: il termine triage, inteso come attribuzione di priorità ad una malattia in base alla sua gravità e ai mezzi a disposizione ( codice bianco, verde, giallo, rosso), è nato proprio nei campi di battaglia dove l’enorme sproporzione tra sanitari e malati richiede una spietata razionalizzazione delle energie. Ma come si fa nel 2016 ad essere moderni come la Nightingale nel 1853? Esistono molti tipi di organizzazione sanitaria e di pronto soccorso: in breve si può distinguere il sistema “centripeto” anglosassone dove è il paziente che va o viene portato dal dottore, da quello europeo “ centrifugo” dove è il medico che va o viene portato dal paziente. In un mondo ideale dalle risorse infinite è ovvio che qualsiasi ambulanza avrebbe a bordo un medico esperto, ma le risorse sono sempre di meno e così nasce l’esasperata ricerca della centralizzazione che vuol dire chiusura dei piccoli ospedali, abolizione delle visite domiciliari da parte di pediatri e medici di base, ecc. Ci saranno sempre casi dove un ospedale sotto casa e un medico a casa salveranno delle vite ma la statistica dei grandi numeri sembra dar ragione al sistema centripeto: dieci ospedalini non valgono un ospedale superefficiente e nello stesso tempo di una visita domiciliare un pediatra vede dieci bambini. Le ambulanze senza medico portano il malato dal dottore, un dottore sempre più esperto e sempre più raro a cui il malato deve giungere tramite braccia sapienti. I pronipoti della “ signora con la lanterna” sono pronti a sostenere questo ruolo? Forse sì, proprio in virtù degli strumenti che l’ antenata aveva prefigurato. Il metodo scientifico prima di tutto, che oggi vuol dire divisione dei ruoli, aggiornamento continuo e conoscenza di linee guida e protocolli operativi. L’infermiere si sta diversificando in figure precise che con training adeguato sanno gestire dal malato oncologico all’arresto respiratorio con necessità di intubazione. Nel tristemente noto caso Morosini sembra sia stato fatale il mancato utilizzo del defibrillatore da parte dei medici accorsi sulla scena, omissione che probabilmente un infermiere ligio a precise linee guida non avrebbe commesso. Vi sono anche esempi di triage sbagliati che hanno inibito interventi salvavita. Nelle emergenze che ricorrono alle centrali operative tramite telefonata l’assegnazione della priorità viene chiamata dispatch, l’equivalente telefonico del triage. Questa breve intervista è delicatissima perchè in brevi concitate parole dall’accento inimmaginabile si deve coglier la differenza fra l’ictus e il capogiro, tra infarti e reflussi; questo ruolo richiede competenze di un medico esperto, non di un esperto centralinista. La crisi di questi giorni riguarda gli interessi di corpo e anima di tutti e non delle corporazioni di pochi. E’ un problema di sincronizzazione dei tempi; il sistema di soccorso italiano è eccellente ed è normale che vi sia resistenza verso facili ( o obbligati) entusiasmi esterofili. In questa battaglia non servono droni né dottoroni, ma persone istruite per fare la cosa giusta nel posto giusto al momento giusto. Laurea o non laurea. Per portare la luce come avrebbe fatto Florence Nightingale fino al termine dell’ululante notte.

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